Di Elettra Nunziante (visita qui il mio profilo linkedin)
Non è una novità che negli ultimi anni il mercato farmaceutico sia in una fase di cambiamento. La variabilità riguarda molti aspetti.
1. Crescita BRIC (brasile, Russia, India e Cina)
La prima variabile è che la crescita si sta spostando verso il cosiddetto BRIC (brasile, Russia, India e Cina) ed i Paesi Emergenti ed, in base a dati IMS, questo trend non subirà variazioni anche negli anni avvenire. Sempre in base a dati IMS, elaborati da Farmaindustria, la crescita demografica e le migliori condizioni economiche, fanno crescere la domanda di Salute nei Paesi Emergenti. Nelle economie avanzate, il mercato rallenta in virtù di un contenimento dei costi adottato dai “paganti” che pongono delle condizioni più restrittive per il rilascio di un prodotto e l’eventuale rimborsabilità dello stesso. In Italia, nello specifico l’AIFA, tende a mediare su più fronti: garantire il soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione, introdurre farmaci innovativi ma che siano effettivamente efficaci e contenere i costi del Sistema Sanitario Nazionale.
2. investimenti nel settore R&S
La seconda variabile è legata agli investimenti nel settore R&S. La ricerca clinica è sempre stata lunga e costosa, tuttavia, in passato le Big Pharma riuscivano ad ottenere una molecola che sarebbe divenuta un “blockbuster”, e grazie alla copertura brevettuale, riuscivano a recupere l’ingente somma di denaro investita. Oggi, nonostante gli sforzi economici delle aziende, la situazione è ben diversa: le molecole diminuiscono(aumentando di conseguenza i costi della ricerca stessa). Il futuro è nelle terapie personalizzate, più efficaci ma molto più costose: statisticamente, solo 1 molecola su 10.000 entra nel mercato. Molto poco!
3. Scadenza dei “blockbuster” e carenza di nuove molecole
La terza variabile, collegata ovviamente alla seconda, è che a fronte di pochissime nuove molecole inserite nel mercato o nuove modalità di rilascio delle vecchie, molti “blockbuster” stanno scadendo di brevetto(50% del mercato in patent, fonte: dati PhRM e CERM), che si traduce in un incremento nella produzione di farmaci generici.
4. malattie rare
La quarta è che ci sono nuove domande di salute, per es. le malattie rare.
Tutti queste variabili determinano un cambiamento dello scenario di riferimento e portano ad una riorganizzazione delle aziende, al fine di essere più competitive sul mercato.
I tempi della crescita a doppia cifra sono molto lontani…….
Sulla base delle entrate 2011, sono state classificate le “TOP 20” .
NB. I NOMI COMMERCIALI DEI FARMACI SONO RELATIVI AL MERCATO AMERICANO
La Top 20 delle compagnie farmaceutiche
1 Pfizer $57,747
2 Novartis $47,935
3 Sanofi $42,779
4 Merck $41,289
5 GlaxoSmithKline $35,594
6 AstraZeneca $32,981
7 Johnson & Johnson $24,368
8 Eli Lilly & Co. $22,608
9 Abbott Laboratories $22,435
10 Bristol-Myers Squibb $21,244
11 Takeda Pharma $17,257
12 Teva $16,689
13 Boehringer-Ingelheim $14,058
14 Bayer Schering $13,853
15 Astellas $12,311
16 Daiichi-Sankyo $11,338
17 Otsuka Pharmaceutical $9,935
18 Gilead Sciences $8,102
19 EISAI $7,710
20 Mylan $6,106
Nota: In tutti i profili delle “top company”, le quantità sono espresse in milioni di dollari.