HPV: e se il vaccino fosse più che prevenzione?

A cura di Ilaria Montemurro

Revisione di Davide Di Tonno

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Attualmente, non esiste un trattamento per i pazienti con infezione da HPV. Lo sviluppo di una specifica risposta immunitaria umorale, sia naturale che ottenuta mediante vaccinazione, è l’unico modo in grado di contrastare le reinfezioni e le recidive di malattie.

Al momento infatti solo il vaccino è risultato efficace come prevenzione contro l’HPV. E se il vaccino fosse più che prevenzione?

L’agente infettivo

I papilloma virus sono un insieme di virus della famiglia Papillomaviridae che si trova in tutti i vertebrati. La famiglia del papillomavirus umano (HPV) è costituito da oltre 100 genotipi diversi ed è circoscritta all’essere umano.

Infezione da HPV

Principalmente gli HPV (Human Papilloma Virus) causano lesioni benigne come verruche, papillomi, condilomi che interessano le mucose genitali e orali. Infatti, il virus si replica nelle cellule della cute e delle mucose provocando iperplasia. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. In minima parte possono portare a tumori maligni, principalmente delle cellule squamose delle vie respiratorie superiori (laringe, faringe, lingua, tonsille, palato, naso) o dei genitali maschili e femminili (glande, pene, scroto per l’uomo, perineo, vagina, utero, cervice uterina per la donna). Il rischio di sviluppare tumori maligni dopo l’infezione da HPV è in gran parte dovuto alla capacità degli HPV ad alto rischio di trasformare le cellule epiteliali integrando il DNA virale nel genoma della cellula ospite. Questa integrazione porta all’espressione costitutiva delle proteine virali E6 ed E7, necessarie per il mantenimento del fenotipo trasformato.

Il tumore del collo dell’utero, quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV, è ad oggi l’unica forma di neoplasia riconosciuta come totalmente riconducibile a un’infezione.

Il vaccino Vvax001

Le pazienti affette da cancro alla cervice hanno sviluppato un certo grado di tolleranza immunologica. La strategia immunoterapeutica è quella di superare questa tolleranza per combattere la malattia. Sulla base dei dati raccolti finora, Vvax001 ha il potenziale per rompere questa tolleranza/soppressione immunologica mediante la somministrazione di SFV per il potenziamento immunitario.

Vvax001 è un vaccino antitumorale terapeutico first-in-human a base di alphavirus contro i tumori indotti dal papillomavirus umano (HPV). Vvax001 è costituito da particelle di replicone del Semliki Forest Virus (SFV), non in grado di replicarsi, che codificano per gli antigeni E6 ed E7 derivati ​​da HPV16. Di tutti i sottotipi di HPV, HPV16 è più comunemente associato a malattie (pre)maligne della cervice. Nella sperimentazione di fase I hanno partecipato 12 pazienti con una storia di neoplasia intraepiteliale della cervice. L’immunizzazione con Vvax001 ha determinato risposte sia CD4 + che CD8 + delle cellule T contro gli antigeni E6 ed E7. In conclusione, Vvax001 è risultato sicuro e ha indotto risposte immunitarie in tutte le partecipanti. Questi dati ci fanno supporre che la sperimentazione clinica di Vvax001 come vaccino terapeutico in pazienti con tumori maligni correlati all’HPV proseguirà nella fase II.

Lo studio dell’Università di Padova

Passando dall’University Medical Center Groningen dei Paesi Bassi all’Italia, abbiamo motivo di credere ancora una volta che il vaccino anti-HPV potrebbe essere utilizzato come terapia.

I ricercatori dell’Unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Università di Padova hanno dimostrato l’effetto terapeutico del vaccino anti-HPV. Normalmente il vaccino è somministrato come preventivo, ma i professori Carlo Foresta, Andrea Garolla e Luca de Toni hanno comprovato che la somministrazione riduce i tempi di guarigione nei pazienti già infetti. I ricercatori hanno dimostrato che l’efficacia terapeutica è legata alla capacità del vaccino di indurre la produzione di anticorpi.

È stato dimostrato, su una popolazione campione di 379 maschi HPV-positivi, che mediante il vaccino quadrivalente Gardasil® anti-HPV, si ha ad una eradicazione del virus nell’86%.

Scopo dello studio: Lo scopo di questo studio era di dimostrare la connessione tra la vaccinazione anti-HPV e l’eliminazione dell’infezione da HPV dal tratto genitale determinando il titolo sierico di anticorpi HPV.

Conclusioni dello studio in base alle parole del professore Foresta – “È noto che la protezione dall’infezione e verso patologie ad essa correlate dipende esclusivamente dalla capacità dei pazienti di sviluppare anticorpi circolanti contro il virus, e la protezione è tanto maggiore quanto più elevato è il tasso anticorpale. Per le persone che presentano già l’infezione, i tempi di eliminazione del virus sono mediamente di circa due anni, esponendo nel frattempo i soggetti al rischio di infertilità, poliabortività, condilomatosi e tumori HPV-correlati. La nostra scoperta consiste nell’aver dimostrato, in un campione di 379 maschi HPV-positivi, l’efficacia terapeutica del vaccino. In questi soggetti infatti, la vaccinazione terapeutica si è dimostrata in grado di indurre l’eliminazione del virus nell’86% dei casi, attraverso l’aumento del tasso di anticorpi anti-HPV circolanti”.

Conclusioni

Al momento non esistono cure contro l’HPV, ma questi ultimi trial sottolineano che i vaccini possono essere utilizzati anche come terapia e non solo come prevenzione. Purtroppo la copertura vaccinale è fin troppo bassa considerando che 8 persone su 10 contraggono il virus. In attesa di ulteriori scoperte ecco le parole dell’ex Presidente dell’AIFA, Sergio Pecorelli: “Le regole sono importanti, come sempre nella vita, e la prima è quella di una corretta prevenzione. Tra queste proprio il vaccino contro il Papilloma Virus che rappresenta una difesa importante contro malattie gravi, come il cancro del collo dell’utero e le patologie testa-collo. È poi fondamentale che la vaccinazione sia effettuata non solo dalle ragazze ma anche dai coetanei di sesso maschile per giungere alla eradicazione della malattia”.

Ilaria Montemurro

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Mi sono laureata in CTF perché fortemente attratta dalla ricerca e dall’innovazione scientifica. Il mio obiettivo è contribuire al progresso medico con entusiasmo e dedizione. Sono molto motivata a intraprendere una carriera nella Ricerca Clinica, così ho seguito il corso Missione CRA e scrivo per crasecrets.com affinché possa aggiornare sui traguardi raggiunti in questo bellissimo settore.