A cura di Giulia Ambrosi
Il Dr. Massimo Mangia, fondatore di Alkimiya e promotore di una medicina basata sulla conoscenza, è lo speaker del webinar “Evidence based Medicine and Clinical Trial”.
In questa sessione, il Dr. Massimo Mangia presenta i sistemi di supporto alla ricerca clinica, detti CDSS (Clinical Decision Support System).
Cosa sono i CDSS?
I CDSS sono database in cui vengono archiviati i dati di rilevanza clinica estratti dalla vasta letteratura scientifica disponibile, consultabili dopo un’accurata revisione da parte di una commissione competente. Sviluppati già a partire dagli anni 80, l’utilizzo dei CDSS si è ulteriormente ampliato negli ultimi anni grazie all’intelligenza artificiale che ha permesso di affiancare alla raccolta manuale “knowledge-based” dei dati, un nuovo sistema “not knowledge-base” semi-automatico. Esso consiste in una forma di intelligenza artificiale, detta machine learning, tramite cui algoritmi sono in grado di riconoscere particolari modelli su cui estrapolare dei concetti che possono fornire soluzioni adatte a seguito di una specifica richiesta. Questo tipo di estrapolazione dei dati non è più legata a specifici riferimenti bibliografici, ma consiste in una predizione basata su innumerevoli elaborazioni matematiche, il cui risultato è comunque sempre oggetto di revisione da parte di esperti.
Questi strumenti digitali sono stati sviluppati per accompagnare il medico nella cura per il paziente fornendo suggerimenti su che scelta sia più corretta da un punto di vista scientifico. A livello diagnostico, i CDSS sono per esempio impiegati nella diagnosi differenziale suggerendo al medico specifiche domande per arrivare a una corretta anamnesi del paziente; sono anche in grado di riconoscere particolari pattern basandosi su immagini o su particolari suoni; e possono analizzare diversi bio-marcatori utili alla definizione del corretto quadro clinico. A livello terapeutico, i CDSS sono impiegati nel supportare il medico nel selezionare il trattamento più opportuno in termini di efficacia, sicurezza ed economicità tra le diverse opzioni disponibili. Inoltre, svolgono un ruolo di aiuto nel monitoraggio del paziente dopo la prescrizione di uno specifico farmaco gestendo i possibili rischi, complicanze, variazione di dosaggio o effetti collaterali che potrebbero derivare dalla sua assunzione. Infine, i CDSS si rivelano come un ottimo strumento per la gestione della salute della popolazione dato che permettono una stratificazione dei pazienti e una conseguente analisi dei loro bisogni.
Considerando che recenti studi hanno dimostrato come il 5% dei ricoveri ospedalieri siano attribuibili ad errori medici nel processo diagnostico-terapeutico del paziente, i CDSS rappresentano delle risorse informatiche utili ad aumentare il livello di sicurezza dei pazienti, l’efficacia dei trattamenti prescritti, oltre a ridurre i costi per la sanità diminuendo i casi di degenze o complicanze gravi a seguito di un’erronea prescrizione medica.
CDSS sostituiscono il parere del medico?
I CDSS “non si sostituiscono in nessun caso al medico” dice il Dr. Massimo Mangia, “ma cercano di veicolare a medici e infermieri la conoscenza e la ricerca scientifica nella pratica clinica permettendogli di affrontare con più serenità e scientificità il loro lavoro complesso e spesso circoscritto nel tempo”. La domanda sorge spontanea sull’affidabilità dei CDSS in campo medico e per questo motivo recentemente si è svolto un trial clinico randomizzato chiamato “The Code Project” proprio per valutarne l’efficacia. I risultati al momento sono promettenti anche se in alcuni casi non sono stati del tutto positivi. Di sicuro non bisogna ignorare che andiamo verso un’era in cui la digitalizzazione coinvolgerà sempre più la maggior parte delle nostre attività e una sua concreta integrazione nel mondo del lavoro deve essere auspicata e incentivata. Nessuno vuole sostituire le scelte del medico a cui resta indubbiamente l’ultima parola, ma disporre di strumenti che possano accompagnarlo nella scelta più corretta risulta in un progresso scientifico alquanto avanzato e inimmaginabile.
Autrice dell’articolo: Giulia Ambrosi
Giulia Ambrosi, veneziana di nascita, si è laureata in Biotecnologie Farmaceutiche a Padova e durante il suo corso di studi si è fortemente appassionata alla ricerca scientifica ed in particolar modo a quella svolta in campo oncologico.
Dopo la laurea ha lavorato due anni come ricercatrice presso un noto IRCCS italiano, in un laboratorio focalizzato nello studio dei fenomeni genetico-molecolari alla base dell’insorgenza e progressione dei Sarcomi. Successivamente si è trasferita in Germania dove ha svolto un Dottorato di Ricerca in Bioscienze presso un Centro di Ricerca Oncologico e si è occupata di screening genetici e farmacologici diretti a identificare la vulnerabilità di cellule derivate da tumori al colon-retto. Ha poi lasciato il mondo accademico per sperimentare quello aziendale ed ora lavora presso un’azienda chimica nel laboratorio di Ricerca e Sviluppo, offrendo l’assistenza di tecnico specializzato ai clienti. Giulia ha conosciuto diverse realtà lavorative, ma le è sempre rimasto nel cuore la ricerca e il poter dare il proprio contributo al sapere, potenzialmente aiutando le persone colpite da gravi malattie come il cancro. Grazie a Stefano Lagravinese si è avvicinata al mondo della Ricerca Clinica e si è appassionata al punto di iscriversi a un corso di alta formazione per approfondire le sue conoscenze in questo campo e ottenere una certificazione rilasciata da due CRO, Yghea e ClinOpsHub.
Giulia è una persona propositiva e intraprendente. La sua vita è caratterizzata da una forte dinamicità, non esita mettersi alla prova e superare ogni ostacolo al fine di raggiungere un risultato. È anche una persona flessibile in grado di decidere quando bisogna cambiare strategia per arrivare a un obiettivo. Ama il lavoro di gruppo, il confronto con colleghi anche di diversi livelli, ed è una buona ascoltatrice. Ha un’attitudine positiva verso il futuro e tende sempre a cercare il meglio su ogni singola esperienza, lavora molto nei rapporti interpersonali e crede nei valori della trasparenza e della responsabilità applicati anche nell’ambiente lavorativo.