A cura di Lazzaro Biancofiore
Revisione di Davide Di Tonno
Fin dall’inizio della pandemia, l’Italia è stato uno dei paesi maggiormente coinvolti nella lotta al nuovo Coronavirus grazie all’attivazione di numerosi trial clinici per trovare una possibile cura.
Oggi per Osservatorio COVID19 forniamo un’analisi completa ed accurata dei farmaci che sono stati, o che sono tutt’ora, in fase di sperimentazione clinica per il COVID-19 in Italia.
La maggior parte dei farmaci testati per contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 sono farmaci già autorizzati per il trattamento di altre patologie, ossia di quelle che hanno caratteristiche fisiopatologiche in comune con la polmonite da COVID-19. Invece, le sperimentazioni dei primi farmaci specifici per il SARS-CoV-2, come ad esempio l’anticorpo monoclonale anti SARS-CoV2 Bamlanivimab sviluppato dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, sono state avviate verso la fine del 2020.
Come possiamo osservare in figura 1a, nel 2020 in Italia sono stati autorizzati 220 sperimentazioni cliniche COVID-19, di cui 93 sono studi interventistici, e i restanti 127 sono studi osservazionali. Inoltre, sempre in figura 1a, possiamo notare che nei 93 studi interventistici circa 70 sono trial farmacologici, di cui 21 sono studi Profit (cioè finanziati da industrie farmaceutiche) e gli altri 48 sono studi no profit (gli Sponsor sono IRCCS, università, ospedali ecc).

In figura 1c possiamo notare come in Italia i primi mesi della pandemia, Marzo Aprile e Maggio 2020, si sono contraddistinti per l’attivazione di un grande numero di studi clinici farmacologici. Questo perché la scarsa conoscenza sul virus SARS-CoV-2 richiedeva nuovi trattamenti terapeutici in grado di combattere la malattia e salvare più vite possibili. Le prime ricerche si basavano sulle conoscenze molecolari già disponibili del precedente SARS-CoV e sulle primissime osservazioni fatte in Cina riguardo il meccanismo molecolare che genera l’eccessiva risposta infiammatoria, ovvero la sindrome da rilascio di Citochine. Infatti, come possiamo osservare in figura 2, i farmaci in grado di bloccare questa massiccia risposta infiammatoria (come Tocilizumab e Baricitinib) sono stati i primi ad essere autorizzati per la sperimentazione clinica.

Grazie alla scoperta dei meccanismi di replicazione del virus, anche gli antivirali (in primis il Remdesivir) hanno iniziato a suscitare interesse nel panorama scientifico italiano ed internazionale. In aggiunta, con la guarigione dei primi pazienti, e quindi immuni al nuovo Coronavirus, si è pensato di utilizzare il plasma ricco di anticorpi anti SARS-CoV-2 di questi ultimi come ulteriore arma contro il virus. Questo tipo di terapia si è mostrata fin da subito efficace nei pazienti ospedalizzati con polmonite da COVID-19 moderata perché in grado di ridurre la progressione della patologia, e quindi gli ingressi in terapia intensiva.
Nuove conoscenze riguardo la fisiopatologia della polmonite da COVID-19 hanno aperto la strada alla sperimentazione clinica di nuove classi di farmaci. Tra questi abbiamo gli anticoagulanti, come l’Enoxaparina, in grado di ridurre la formazione di micro-trombi polmonari che spesso sono associati ad una sintomatologia più severa.
Nel mese di Agosto 2020, AIFA ha autorizzato la sperimentazione clinica per testare il vaccino di ReiThera, un vaccino a base adenovirale che attualmente ha terminato la fase I.
Recentemente l’Autorità Regolatoria ha autorizzato un secondo vaccino, nato dalla collaborazione dell’azienda Takis di Castel Romano (Roma) e Rotthapharm Biotech di Monza.
In figura 3 possiamo notare come in Italia gli anticorpi monoclonali rappresentano la tipologia di farmaci più sperimentata, mentre il plasma conta più sperimentazioni attivate.

Nell’infografica di seguito riportata (fig. 4) possiamo osservare il meccanismo molecolare di ogni singolo farmaco che dall’inizio della pandemia è stato sperimentato per il COVID-19.

Fonte Dati: clinicaltrials.gov & AIFA
Lazzaro Biancofiore
www.linkedin.com/in/lazzarobiancofiore
Sono un laureato in Biologia Molecolare, e dopo una breve esperienza nella ricerca Pre-Clinica, e due anni come Informatore Scientifico del Farmaco, ho deciso di entrare nel mondo della Ricerca Clinica. Così mi sono iscritto al corso di Alta Formazione in Ricerca Clinica Missione CRA (www.missionecra.com), che mi ha ulteriormente motivato.
Davide Di Tonno
https://www.linkedin.com/in/davide-di-tonno/
Dopo la laurea in Biologia Molecolare e Genetica, ho scoperto la ricerca clinica partecipando al corso di alta formazione missione CRA.
Attualmente sono Clinical Project Associate presso la CRO ClinOpsHub.