L’industria biotecnologica in Italia rappresenta una realtà fervida e dinamica posizionandosi al terzo posto in EU, alle spalle di Germania e UK.
Alla fine del 2013, le compagnie “biotech” coinvolte in progetti di R&D sono state 422, delle quali 264 vanno sotto la definizione di “pure compagnie biotech” in accordo ai requisiti EY Centre for International Studies in Biotechnology.
La gran parte delle compagnie (77%) sono di dimensioni piccole o molto piccole (per le quali si contano meno di 50 e meno di 10 dipendenti rispettivamente). Se poi consideriamo solo le compagnie biotech pure, la percentuale sale all’88%, a dimostrazione che la forza trainante sono SMEs e start-ups, dedite principalmente ad attività di R&D.
Le “Red Biotech”, similmente agli altri paesi comunitari, sono il settore dominante (57%), con 241 compagnie che operano nel settore della salute umana, sia riguardo i prodotti terapeutici che i diagnostici. Per quanto riguarda altri campi di applicazione, 64 compagnie sono attive nel settore GPET(Genomics,Proteomics and Enabling Tecnologies); tuttavia le compagnie “multi core” possiedono entrami i campi di Ricerca.
La pipeline terapeutica italiana costa di 403 prodotti dei quali: 108 sono in fase preclinica, 46 in Fase I, 126 in Fase II e 123 In Fase III. Il trend di crescita è assolutamente positivo (+12%).
Da sottolineare che nel 2013, la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio del primo prodotto Defitelio®, resultante dall’attività di ricerca di una compagnia biotech italiana pura. Defitelio® è un farmaco salva-vita sviluppato da Gentium per il trattamento di VOD in HCST.
La percentuale di biofarmaceutici è aumentata dal 36% del 2009 al 45% nel 2013, versus ai composti a basso peso molecolare, dal45% nel 2009 al 33% nel 2013.
In relazione alle aree terapeutiche, la pipeline italiana riflette il trend epidemiologico europeo. Al primo posto, c’è l’oncologia (40%) in sviluppo clinico, seguita da disordini infiammatori ed autoimmuni (13%), disturbi neurologici (9%), e disturbi metabolici epatici ed endocrini (9%).
Inoltre, ci sono stati riconoscimenti da parte di EMA ed FDA per prodotti relativi alle malattie rare. Molti di questi prodotti sono in fase avanzata della sperimentazione clinica ( 4 in Fase I, 20 in Fase II e 20 in Fase III).
Le analisi dei dati raccolti dimostrano e confermano la complementarità di ruoli tra le compagnie biotech pure, focalizzate sullo sviluppo pre clinico e sui primi stadi della ricerca, con circa il 77% dei progetti che partono dalla scoperta fino alle Fase I, e le compagnie farmaceutiche a capitale estero che sono coinvolte sono negli stadi finali della ricerca clinica e nelle attività di sviluppo regolatorio,23% dei progetti dalla Fase II alla Fase III.
Elettra Nunziante (Check out also my profile)
Fonte: Assobiotec