Oggi pomeriggio ho ricevuto un appello da un collega CRA, ormai famoso su CRAsecrets. Si tratta di Vittorio Carboni, gia’ piu’ volte menzionato in questo sito per aver portato alla luce un problema di incostituzionalita’ del primo decreto CRO (DM 28.03.2008). Grazie anche al suo intervento, e alla sua battaglia personale, tutti noi possiamo beneficiare delle conseguenze del nuovo decreto CRO, pubblicato qualche settimana fa su CRAsecrets.com.
Oggi Vittorio mi ha scritto per un altro problema per il quale sta intraprendendo, nuovamente, un’altra battaglia. Nella quale, ancora una volta, mi ha raccontato di essere solo. Per questo motivo, pubblicando questa sua lettera, cerco di dargli il mio supporto, consapevole che anche questa volta, la sua battaglia personale e’ una battaglia a nome di tutti noi CRA italiani.
Sebbene al di fuori dei fatti, visto che non appartengo alla associazione di cui parla (AssoMonitor, da lui stesso fondata, e dal quale al momento mi ha raccontato di essere stato radiato), offro ben volentieri questo spazio dedicato ai CRA italiani, con l’intento di dare voce al suo appello e con la speranza di innescare un dibattito costruttivo.
Sono ovviamente ben accette eventuali repliche e commenti.
Ecco la sua email, con in corsivo la lettera da lui inviata:
Caro Italo,
Ti scrivo perche’ titolare di uno dei siti internet più seguiti nell’ambito degli operatori della Ricerca Clinica italiana.
http://www.cna.it/Agenda-
Tra queste professioni rientra appunto quella del Clinical Research Associate, oggetto del sito.
Grato dell’eventuale ospitalità che vorrai darmi, colgo l’occasione per i miei saluti più cordiali e per i complimenti per la splendida iniziativa da te condotta in questi anni a favorire la conoscenza e la maturazione degli operatori del settore.
Volevo porre l’accento sulle finalità ispiratrici del progetto. L’Europa ci chiede: emersione, organizzazione, liberalizzazione, qualità.
Di certo nessuno di noi vuole: schiavismo, regolamentazione dispotica, chiusura del mercato e valorizzazione del servilismo a scapito del merito.
Perseguendo le finalità europee sarebbero più liberali e democratici gli abolendi Ordini Professionali piuttosto che alcuni dei progetti di Legge proposti.
Putroppo, infatti, alcune delle associazioni confluite in CNA-Professioni ed alcune delle proposte di legge in esame tengono in minimo/nessun conto quei valori e propongono l’associazione quale insindacabile (se non unico) referente del settore ed i suoi organi direttivi, NON DEMOCRATICAMENTE ELETTI, quali giudici inappellabili della titolarità del diritto all’iscrizione ed all’esercizio qualificato della professione.
Tra l’altro alcune di queste associazioni sono rappresentative di una percentuale infima dei lavoratori del settore, pur aspirando a candidarsi referenti nazionali.
Va da sè che disporre di questo potere, non soggetto a nessun controllo, pone il direttivo delle associazioni nella facoltà di condizionare ancora di più il voto degli aderenti – già detto talvolta non democratico : “se sei mio amico e mi voti hai
titolo per essere socio e lavorare con qualifica, al di là dei tuoi meriti professionali, altrimenti sei fuori e ti arrangi…..”
In realtà queste proposte di legge, se non adeguatamente contemperate da adeguati controlli di democraticità e verifiche esterne, corrono il rischio di validare e dare figura legale ad associazioni potenzialmente clientelari, dove non è la qualità del proprio lavoro il discriminante di appartenenza, ma solo la cieca obbedienza e lo stolido plauso alle imposizioni del Capo.
Auguro che Lei possa farsi interprete di queste preoccupazioni ed operare fattivamente perchè i suddetti condivisibili princìpi possano essere recepiti nella Legge, necessaria, che ci si propone di approvare.
Con osservanza
Vittorio Carboni
Senior Clinical Research Associate
Alghero (SS)